Il nuovo acquisto viola è un attaccante dai colpi straordinari; un senso della posizione e una naturale empatia con la traiettoria del pallone che lo hanno reso, al Genoa e al Milan (primi 6 mesi), un centravanti maturo e capace di anticipare i tempi di gioco e implementare il senso del gol come se già sapesse cosa sarebbe accaduto, uno alla Inzaghi per far capire la chiosa. Piatek è devastante anche in campo aperto, a limare la linea sottile tra lo spazio utile e il fuorigioco per poi attaccare lo spazio ed essere letale con tiri di natura balistica. Non sto gonfiando le qualità estrose e istintive del nuovo numero “19” viola, sto solo raccontando in che modo fece impazzire i tifosi del grifone e di come convinse il Milan a sborsare 35 milioni pur di aggiudicarsi quello che sembrava un inarrestabile macchina da gol con il segno zodiacale da pistolero e con l’ascendenza da prepotente e spietato goleador.

Il numero scelto dall’attaccante, il 19, sembra quasi un amuleto o semplicemente un patto diabolico con quella cifra che gli ha permesso di prendersi la scena in Serie A.

Un avvio col botto il suo, perché con il Genoa all’esordio in Coppa Italia segna non 1, non 2, ma 4 gol, state leggendo bene, 4 gol in 37’ minuti; ed è solo il benvenuto. Piatek ha fame e voglia e si vede anche all’esordio in Serie A, il polacco va ha segno nelle prime 7 giornate di fila senza buttare via mai una cartuccia, una possibilità o un occasione, ed eguaglia un certo Gabierl Omar Batistuta. Il polacco chiuderà la stagione con 19 reti in 21 partite.

Il Milan vuole portare a San Siro davanti ai suoi tifosi, e poco importa della cifra che verrà spesa, il polacco deve esibirsi a Milano, e così accade. Dopo soli 6 giorni dal passaggio in rossonero, Piatek, ringrazia la fiducia dei rossoneri con una doppietta in Coppa Italia ai danni del Napoli e regala la semi-finale al Milan. Poi tocca al campionato; gol contro la Roma alla prima partita da titolare, doppietta con l’Atalanta ed uno score di 30 reti in 42 partite; ma tutto dannatamente facile  e paurosamente troppo naturale per il pistolero.

Anno 2019-2020,il rovescio della medaglia. 

Stagione nuova; numero di maglia nuovo, passa dal 19 al 9, e nuovo Piatek, irriconoscibile; il fratello gemello del pistolero, quello non spara colpi ma impugna una pistola ad acqua per bambini. Il Milan se ne sbarazza dopo 6 mesi e passa all’ Hertha Berlino segnando un dato non da mattatore, quel mattatore che aveva fatto impazzire il Genoa e l’Italia intera: 12 gol in 56 partite.

Allora entra in gioco la Fiorentina, forse la dimensione giusta per potersi rilanciare; saggia la scelta del 19, probabilmente una scelta scaramantica o forse una scelta di cuore, quel cuore che impazziva e faceva impazzire i tifosi e compagni ogni volta che buttava giù la porta.

Benvenuto pistolero e che l’aria di Firenze e il popolo viola possano diventare per te la miglior polvere da sparo mai usata prima.

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