“Giocare per se stessi”, Vincenzo Italiano e i suoi dovrebbero provare a ripeterselo. La passione non nasce dal piacere altrui, ma dal piacere che la creatività reca in noi, per noi e attraverso di noi. Il “sé” è il centro di questa energia.
La creatività, però, proviene dall’ascolto, che si pratica nella riflessione, nel pensiero e, infine, nell’interpretazione. Quando dimentichiamo, comunichiamo. Dimenticare significa indossare la sensazione e distinguerla dall’emozione.
Ciò che è intenso diventa superficiale, se si prolunga il momento. Quest’ultimo va fatto svolgere, finché si svolge esso stesso. Senza andare oltre.
Quando creatività e immaginario non combaciano, si vive il contrasto. La rabbia ne è parte operaia. Lo sconforto il prodotto.
Certo la realtà non combacia col sogno, ma combaciare non vuol dire “sognare ad occhi aperti”. Combaciare porta alla sensazione che il desiderio di quell’obiettivo riflette in noi. La volontà rappresenta il mezzo col quale raggiungerlo.
La sensazione è il prodotto della creatività e dell’immaginario. Forse ciò che serve a questa squadra. Forse ciò che serve a questa Fiorentina.
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