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MOENA, Niente ritiro: le funivie della Val di Fassa resteranno vuote

Se il 20 giugno 2019 ci avessero detto che l’anno seguente sarebbe arrivata una pandemia di discussa nascita, ma di certa provenienza cinese, questo qualcuno l’avremmo preso per buontempone, tra risate e segni scaramantici. Se avesse parlato di “Lockdown”, restrizioni e distanziamento sociale, avremmo consultato la sezione “consulenze linguistiche” del celebre sito dell’Accademia della Crusca. Tuttavia tutto scorre: talvolta troppo velocemente e insipidamente, talvolta lentamente e viscosamente, in un fluido melmoso che si attacca alle rocce del nostro torrente, corrodendole fino a nuova corrente. Secondo Eraclito “non ci si bagna mai due volte nello stesso fiume”: stavolta il rischio non è di tuffarsi in acque diverse dell’apparente stesso fiume, bensì di potersi immergere a prescindere, non per la seconda, ma per la nona volta. Ebbene, l’ormai consueto, quasi classico, vintage, ritiro viola in Val di Fassa, sembra svanire dalle lenti del telescopio, da cui siamo obbligati a guardare con la speranza di predire il futuro. “Il ritiro estivo della Fiorentina, in vista della stagione 2019-20, inizierà il 6 luglio e si concluderà il 21 luglio. Durante il periodo di permanenza saranno disputate quattro partite amichevoli. Parallelamente a ciò, altre numerose attività animeranno la Fata delle Dolomiti, dalle serate al Viola Village, quest’anno completamente rinnovato ed a disposizione di tutti i tifosi, fino alla presentazione della Squadra”. Questo, un estratto rimaneggiato, che il 20 giugno scorso venne pubblicato sul sito ufficiale viola. Oggi la moneta mostra l’altra faccia, e Maurizio Rossini, Ceo di Trentino Marketing, segna sul calendario il 25 maggio 2020 con queste parole: “I canali con le società sono aperti; intanto si lavora a una sospensione dei contratti, mentre decisioni per il prossimo anno sono ancora premature. L’intenzione è quella di onorare gli accordi, ma adesso non possiamo prevedere la situazione in cui saremo immersi tra 12 mesi. Quest’emergenza richiede un’organizzazione davvero particolare: il centro sportivo deve rappresentare un elemento di garanzia. Le strutture sul territorio sono davvero ottimali, ma le disposizioni e le regole per fronteggiare l’epidemia richiedono un ulteriore step che diventa difficile assicurare. Ora il calcio potrebbe ripartire e quindi si possono approfondire i discorsi ancora aperti”.  Le notizie parlano chiaro: le società dovranno armarsi di pazienza e sperare, seppur illusoriamente, in un utopico stravolgimento di programma, per poi preparare le valige e andare in ritiro, ma fino a questo momento, la Val di Fassa avrà le funivie che scricchiolano vuote al cado vento estivo.  

Pietro Olivieri

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