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“Caso Jovic”: la sua esultanza è veramente mancanza di rispetto?

È passata ormai quasi una settimana da quando a Firenze, è esploso il “caso Jovic”. Da quando cioè, l’attaccante serbo ex Francoforte e Real Madrid, dopo il gol del momentaneo 3-3 contro l’Inter, ha esultato portando le mani alle orecchie in direzione della Curva Fiesole. La gioia di un gol al 90esimo (diventato purtroppo inutile poco meno di 5 minuti dopo) macchiata da un gesto che per la stragrande maggioranza di tifosi, opinionisti e addetti ai lavori di vario titolo, è stato sinonimo di mancanza di rispetto. Ed effettivamente, a caldo, con l’aggravante di una partita persa a tempo scaduto, a causa di una grossa ingenuità (e di un possibile fallo non ravvisato), marchiare il gesto come irrispettoso nei confronti di una tifoseria e più in generale di una maglia, è stata l’associazione più immediata. 

In pochi (pochissimi) si sono elevati in difesa del serbo e chissà quanti di loro si sono pentiti della scelta dopo quanto accaduto ieri sera, durante la partita di Conference League contro i turchi del Basaksehir. Quando cioè, il Numero 7 viola, ha ripetuto la stessa esultanza vista con l’Inter, non una ma ben due volte, tanto da guadagnarsi una discreta dose di fischi nel momento in cui ha lasciato il campo ad Arthur Cabral

Sbagliare è umano, perseverare è diabolico diceva Sant’Agostino (o Cicerone, a seconda delle versioni). Ma Jovic è stato veramente diabolico? Ha mancato veramente di rispetto di una tifoseria e una maglia oppure si è semplicemente “macchiato” di una grossa leggerezza?

Noi di F1 abbiamo approfondito il tema e, andando a ritroso nella carriera del serbo, abbiamo notato alcune cose piuttosto interessanti che magari possono aiutare il dibattito. 

Se quelle viste ieri sera e contro l’Inter sono esultanze polemiche verso la tifoseria solo Jovic può saperlo. Il dato, come dimostra la foto, e che va in contraddizione a quanto letto in questi giorni, è che Jovic esultava così già qualche anno fa.

Gesto irrispettoso o semplice esultanza dunque? Ai posteri l’ardua sentenza. La cosa importante però è che Jovic continui a segnare con continuità. Solo così, da queste parti, si portano via le polemiche. 

 

 

Gherardo Dardanelli

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Gherardo Dardanelli

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