Malagò (Instagram Ufficiale)
Malagò (Instagram Ufficiale)

E' intervenuto direttamente ai canali ufficiali di ACF il presidente del CONI Giovanni Malagò subito dopo la visita di questa mattina al Viola Park: Viola Park? Ne avevo sentito parlare bene. Sono sconvolto, in senso positivo, dall'importanza del progetto. Credo di avere una discreta conoscenza di situazioni similari nel mondo del calcio, è il progetto in assoluto più importante che c'è in Italia in questo settore. Mi sono anche permesso di dire a Joe Barone che è una scelta non solo giusta, ma doverosa. Finalmente la Fiorentina ha una casa, in termini di bilancio qualcosa da potere patrimonializzare. Poi sviluppare al meglio tutti i settori, dai giovani al femminile. Successi italiani quest'anno? Non sono finiti ancora, ci sono in programma mondiali di ginnastica e di ciclismo, per esempio. Tutto era cominciato con il softball, prima ancora degli Europei. Qui Mancini aveva fatto presagire che potesse succedere qualcosa di importante. Poi gli stessi successi alle Olimpiadi di Tokyo. Ora ci stiamo preparando per le olimpiadi invernali di Pechino. Oggi siamo un modello invidiato a livello internazionale. Ragazzi italiani da seguire nei settori giovanili? Chi non lo fa, non ha una giusta visione. Questo tipo di operazioni non hanno mai un ritorno nel breve termine. E' un lavoro di semina, per evidenti motivi. Qui i ragazzi possono venire e scegliere Firenze proprio per i mezzi che ha a disposizione ACF. Anche da fuori. Succederà con il Viola Park. A parità di condizioni, sceglieranno di essere qui. Potranno dormire, mangiare, allenarsi e studiare. Farsi curare, eventualmente. Ed il contesto scenografico è molto bello. Non credo ci siano altri impianti con contorni ambientali e verdi del genere. Investire in tali strutture in Italia è difficile? E' un mio mantra, quasi una malattia. Sono un funzionario pubblico, quindi immaginatevi come io conosco e come soffro tutto questo. ACF è andata incontro a tanti problemi e questioni burocratiche e ne è uscita bene. Serve un po' di defiscalizzazione e rispetto per le dinamiche dei club più piccoli. Procuratori nel mondo del calcio? C'è una legge dello Stato che rimanda al CONI l'onore e l'ònere di individuare tutte le prerogative dell'esame d'iscrizione di questa figura. Sono molto selettivi in tal senso, meno del 10 % ha avuto l'abilitazione negli ultimi due anni. Per quanto riguarda il loro ruolo, fin quando c'è una contrapposizione tra proprietari della società e loro, è chiaro che ci siano feriti sul campo. Va regolamentata entro un minimo di buon senso quest'aspetto, rispettando la loro professione. Se poi da parte loro non viene tesa la mano e non riconoscono che debba essere posto un limite a tutto ciò, credo che alla fine possa comportare qualcosa di drastico. Come combattere la crisi dovuta alla pandemia? Io ho sostenuto una tesi apparentemente folle, ma assolutamente realistica. Nel disastro della pandemia che ha colpito tutti, salvo qualche rara eccezione, noi ci siamo difesi meglio di altri paesi nostri competitor. Il CONI ha predisposto subito un formidabile protocollo, ben costruito con Politecnico di Torino, Commissione olimpica e funzionari governativi. Tutti gli atleti durante il lockdown hanno potuto continuare ad allenarsi proprio grazie a questo protocollo e non rimanere indietro. Non c'è mai stato un fermo. Qualcuno ha avuto il covid, qualcuno no. Però il nostro mondo è stato messo in condizione di non perdere tessuto muscolare, allenamento, anche sotto l'aspetto mentale. Commisso? L'ho sentito. E' sempre molto affettuoso. Con Joe Barone e Daniele Pradè c'è molta amicizia. I tifosi devono essere riconoscenti ad un grande mecenate come Rocco Commisso”

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