«Sto bene, grazie, sono carico».
«In effetti veniamo da un periodo non facile, le critiche ci stanno. Dopo aver vinto martedì in Coppa Italia dobbiamo a tutti i costi ritrovare il successo anche in campionato».
«Un momento di calo ci può stare durante la stagione, specie per una squadra giovane e rinnovata come la nostra. Dispiace perché volevamo dare continuità alla striscia di sei risultati positivi. Invece sono arrivate le sconfitte come quel 5-2 di Cagliari. Mamma mia…».
«Più che preoccupazione c’è voglia di reagire e ripartire. Intanto la vittoria di Coppa ci ha dato un aiuto. Vediamo di proseguire».
«Non guardo in casa altrui. Io so solo che domenica bisogna vincere».
«Per questo sono fiducioso in vista delle prossime tre gare con Torino, Inter e Roma: contro avversari importanti non abbiamo finora mai sfigurato».
«Sarebbe stato meglio se fosse stato disponibile, in questo modo in caso di vittoria io e miei compagni avremmo fatto davvero una gran bella figura e nessuno avrebbe sostenuto che abbiamo preso i tre punti perché mancava Belotti… (sorride). Comunque niente scuse, vediamo di riuscirci a prescindere da chi sarà in campo o no».
«Federico ci sta provando, speriamo. Quanto a Franck, fosse per lui sarebbe già in campo… Mi ha colpito, ha 36 anni ma fisicamente pare un ragazzino, ha tanto entusiasmo e voglia di stupire ancora».
«Mi dispiace che Diego non abbia avuto tanta fortuna al Milan ma può rifarsi a Torino, è un bravissimo giocatore. Ho visto che ha giocato a Genova nell’ultima gara vinta dalla sua squadra. Merita di fare bene».
«Il passato è passato, io vivo questa partita pensando unicamente a vincerla perché per la Fiorentina è troppo importante».
«Rammento bene i vari derby della Mole. Sono partite sempre molto sentite e non potrebbe essere diversamente».
«Non penso… Manco si ricorderanno di me».
«Ci speravo e ne sono felice, ho cercato fin dall’inizio di portare la mia esperienza e il mio entusiasmo. Ho 32 anni e già una carriera lunga alle spalle ma ho ancora tanta voglia di fare bene e divertirmi».
«Il desiderio di crescere e tanti giovani di talento. Chiesa già lo conoscevo ma non posso dire altrettanto di Castrovilli o Sottil. Mi hanno colpito, sono davvero forti».
«La fiducia e la stima che ho sentito nei miei riguardi appena sono stato chiamato e una proprietà che punta a riportare questa squadra in alto, vedi il centro sportivo e non solo».
«Io resto più che volentieri, anche per due o tre anni. Dopo aver cambiato tanti club penso che sia arrivato il momento di fermarmi».
«Spero di sì».
«Meglio non parlare di questo obiettivo, in estate questa società e questa squadra hanno cambiato molto, servono tempo e lavoro. Ora pensiamo ad affrontare partita dopo partita».
«Ho giocato insieme a Messi e l’ho affrontato. E’ il più forte e merita il sesto Pallone d’oro. Poi dico Zlatan Ibrahimovic che sento sta per ritornare in Italia».
«E’ molto avvincente, a partire dal duello Inter-Juve. Per me la squadra nerazzurra è la grande sorpresa anche se avendo lavorato con Conte conosco le sue doti di allenatore. Stava diventando noioso vedere sempre la Juventus sola in testa…».
«Mai, amo troppo quello che faccio. Due giorni di riposo per me sono troppi, il secondo preferisco trascorrerlo in campo. Ho ancora voglia di divertirmi, non fosse stato così sarei rimasto a casa».
«Magari se avessi avuto meno infortuni avrei potuto fare qualcosa di più. Ma no, non mi lamento. E comunque mica ho finito».
«Più di uno: giocare ancora tanto, superare le 100 partite in Nazionale (è a quota 98) e magari bissare la Coppa America che ho già conquistato in passato. E ovviamente vincere con la Fiorentina, anche una bella Coppa Italia: mi risulta siano passati tanti anni dall’ultimo trofeo viola…Nell’attesa però prendiamoci questi tre punti a Torino».