Carlo Verri, in arte Dunga è intervenuto sulle pagine de La Gazzetta dello Sport per parlare della sua avventura a Firenze.
Ecco le sue parole: “Gli anni in viola? Bellissimi, pieni. Eravamo un gruppo molto unito. Quando venne Pruzzo ancora di più. Dopo l’allenamento andavamo a prendere l’aperitivo insieme. Lui girava sempre con la sua Porsche. Lo prendevamo in giro. Da dirigente, al massimo, ti potrai permettere una Fiat Uno. Quella Fiorentina aveva bisogno di un rompiscatole. Doveva sempre dare qualcosa in più. Baggio? Roberto era un brasiliano mascherato da italiano. Si divertiva con il pallone. Era veramente felice solo quando stava in campo. A fine allenamento ci fermavamo io, lui e Borgonovo a battere punizioni e a tirare al volo. Borgonovo? Abbiamo avuto dei casi come il suo anche qui da noi. Leggo tanto su questo argomento, ma la scienza non è arrivata a conclusioni certe. I farmaci? Ho sempre cercato di prenderne il meno possibile. Vittorio Cecchi Gori? Con il padre Mario avevo una bellissima relazione. Poi, purtroppo, è arrivato il figlio con un altro personaggio. M’invitano a cena e mi dicono che sarò il loro capitano, ma avrei dovuto raccontare le cose che accadevano nello spogliatoio”.
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