A Tuttomercatoweb si è raccontato l’ex Fiorentina, Emiliano Viviano. Queste le sue dichiarazioni sulla sua avventura in Turchia e sulla, invece, disavventura, quando nel match tra il suo Karagumruk e il Kayserispor è stato immortalato dalle telecamere mentre tremava dal gelo:
Quella partita di coppa non la dimenticherai con facilità? “Direi di no, senza dubbio ho passato una delle peggiori serate della mia vita”.
Rinviare l’incontro? “Guarda, la situazione era totalmente imprevedibile. La mattina e il giorno seguente era come se fosse già primavera. Anche durante il riscaldamento la situazione non era così preoccupante. Certo, dove giochiamo noi, allo stadio Olimpico di Istanbul, c’è di solito una temperatura inferiore rispetto alla città. Poi è arrivato il vento e una spaventosa pioggia ghiacciata che ha reso la situazione assurda”.
Il portiere soffre di più? “Solitamente i giocatori di movimento superano più facilmente le situazioni più estreme, ma stavolta è stato diverso. Un mio compagno di squadra era mezzo svenuto, a Biglia a fine partita tremava la bocca. A me veniva da piangere e pensare che fino al 90′ l’avevo quasi gestita, ma i supplementari sono stati troppo. Ero a pezzi e sì che ho giocato in Islanda, nelle Far Oer, in Estonia a -10° C. Tanto ero coperto da sembrare un omino Michelin, non è bastato nemmeno quello. Per rendere l’idea del freddo che c’era basti pensare che ho ancora a distanza di oltre una settimana un ematoma causato da un tiro che ho respinto di coscia. Che la partita sia finita 5-4 non è una casualità, è stata terribilmente condizionata da una situazione impossibile”.
Paradossale che sia successo in Turchia? “Ho dei compagni di squadra che hanno giocato in Russia, mi hanno assicurato che nemmeno a -20 °C hanno avuto una sensazione simile. La prossima partita andiamo a giocare a Sivas, che nelle minime arriva a -15° C ma anche lì chi ci ha giocato mi ha detto che non si è mai arrivati a soffrire così”.
Il video sui social? “Sono diventato un meme ma non posso che riderci su, del resto non puoi incolpare nessuno. Arrivato a casa non capivo più niente, poi fortunatamente mi sono ripreso”.
Come ti trovi in Turchia? “Benissimo e devo dire che a Istanbul ho trovato una mentalità e uno stile di vita simile al nostro. E poi la Super Liga è un campionato di livello, molto di più alto di quanto mi aspettassi. Sono stato in Portogallo e lì ci sono le tre grandi che fanno un campionato a parte, mentre qui ci sono anche le big ma te la giochi con tutte. Siamo a metà classifica, abbiamo alti e bassi ma ci sono ancora 12 partite per migliorare la situazione. E poi ci siamo qualificati ai quarti di finale della Coppa di Turchia, miglior risultato nella storia del club. Istanbul è poi una città meravigliosa, traffico a parte”.
Meglio di Firenze? “No, meglio di Firenze non c’è niente”.
L’ostacolo della lingua? “Guarda, io sono molto portato per le lingue. Ma col turco nella vita di tutti i giorni faccio fatica, perché parlano veloci. Dal punto di vista calcistico invece nessun problema, riesco a comprendere i concetti”.
L’ascendenza del Karagumruk con l’Italia. La panchina di Farioli? “Penso che di Farioli se ne parlerà molto in futuro. Ha pagato un’alternanza di risultati che sta continuando adesso”.
Differenze tra Turchia e Italia? “Qualsiasi campionato è differente da quello italiano, perché è molto tattico mentre qui si viaggia più sull’istinto e le qualità dei giocatori. Devo comunque dire, e so di andare controcorrente, che a me l’evoluzione calcistica italiana sta piacendo, c’è un gioco più offensivo e le proposte degli allenatori sono interessanti”.
Il futuro? “Sto parlando col club, dipenderà dai risultati che faremo. Ma penso e spero di rimanere. Qualche proposta ce l’ho avuta, anche dall’Italia. Ma qui sto benissimo e non vedo motivi per cambiare”.
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