Di seguito il continuo dell’intervista fatta dal quotidiano spagnolo Marca ad Albert Gudmundsson. In questa parte l’islandese ha parlato di sé e del suo percorso nei vari club.
“Una famiglia di sportivi ha avuto molta influenza sulla mia carriera, è il motivo per cui sono diventato professionista. Era il mio sogno da bambino. In casa si respirava calcio. Mi allenavo con mio padre, con mia madre…
Diventare il miglior islandese di sempre: Da bambino era il mio obiettivo. Abbiamo avuto grandi giocatori, come mio bisnonno o Gudjohnsen. So che non sarà facile, ma continuo a lavorare per questo.
Sono un giocatore tecnico che ama stare in contatto con la palla il più possibile. Mi considero molto creativo e pericoloso: segno, faccio assist… Inoltre sono versatile: posso giocare da ‘9’, seconda punta, trequartista o esterno. Sono felice di segnare sempre di più, ma penso che capirò davvero il valore di questi numeri solo quando mi ritirerò.
Da piccolo ho fatto provini con vari club europei. Mi volevano in tanti, ma mio padre aveva le idee chiare: dovevo andare nei Paesi Bassi, dove c’erano buone accademie. Sono stato 8-9 anni tra Heerenveen, PSV e AZ. E quando mi sono sentito pronto, ho fatto il salto in un campionato maggiore. Sono arrivato alla Fiorentina molto motivato, ma mi sono infortunato e ora sento di essere tornato di nuovo in forma.”
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