MONTELLA: “Ribery? Grande colpo della società. Vlahovic? Un predestinato…”

Sulle pagine odierne del Corriere Fiorentino, lunga intervista a Vincenzo Montella che affronta svariati temi legati alla Fiorentina. Ecco parte delle sue risposte: Su Ribery: “È stato un grande colpo della società. Io credo che sia ancora integro per giocare a certi livelli. Ha grande voglia, si è messo in gioco a venire qui, rinunciando ad altre opportunità che aveva e che erano anche più vantaggiose a livello economico. Quindi ci sono le premesse perché possa essere la persona giusta e il calciatore giusto: può fare la differenza anche se ci desse il 70%”. Sul cambio DV-Commisso: “Intanto credo sia giusto ringraziare ancora la famiglia Della Valle che richiamandomi alla guida della Fiorentina mi ha dato una grossa dimostrazione di stima sia professionale che umana. È stato molto bello lavorare con loro. È successo tutto all’improvviso, e ringrazio Commisso e Joe Barone che hanno avuto fiducia in me. Ci siamo conosciuti e apprezzati, probabilmente loro mi apprezzavano già prima come allenatore. Rocco è un uomo pieno di energie, diretto, che sa mettere a proprio agio, ascoltare ma che sa anche pretendere. È tifoso, parla alla squadra, vuole sapere ogni dettaglio, mi chiama spesso. Io sono convinto che se lui potesse starebbe fisso a Firenze. Joe Barone? È diventato subito un personaggio, è molto simpatico. Ho trovato una persona che sa decidere e intervenire al momento giusto”. Su Vlahovic e Chiesa: “È un predestinato, ha gran voglia di lavorare e qualità importanti. Però non bisogna avere fretta e dargli troppa responsabilità perché in un campionato certi errori possono pesare. Chiesa? Sicuramente è un ragazzo che sta nei suoi pensieri, e probabilmente è questa la sua forza. Poi se lo solleciti si apre anche a un sorriso. Ognuno si prepara all’allenamento e alla partita come ritiene più opportuno”. Sul calendario: “All’inizio ho pensato: c’è qualcosa che non torna. Sappiamo che dovremo dare il meglio di noi stessi, possiamo solo preparare una partita alla volta e magari in campo ci accorgeremo che siamo più avanti di quello che pensiamo”.

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