Il tennista romano, fuori al secondo turno anche a Stoccolma, fa i conti con un ranking davvero deludente: la strada si fa dura
Che sarebbe stato difficile, lo si sapeva. Che sarebbe stato complicato tornare immediatamente a competere ad alti livelli, pure. Matteo Berrettini, ancora sfortunato protagonista di una stagione condizionata da problemi fisici e mentali, ce la sta mettendo tutta per tornare ad essere quel giocatore che per anni ha stazionato senza problemi in Top 20. Togliendosi anche soddisfazioni non da poco come disputare, nell’anno di grazia 2021, una finale nel tempio di Wimbledon.

Era davvero un periodo d’oro, quello, per l’allievo di Vincenzo Santopadre che, già reduce dalla partecipazione alle ATP Finals a novembre dello stesso anno (arrivò un amarissimo ritiro dopo il primo set nel match d’esordio contro Sascha Zverev), si issò fino alla sesta posizione del ranking mondiale nel marzo del 2022.
I problemi, quelli veri, sono iniziati nel 2023: un’annata che si concluse nel peggiore dei modi con l’infortunio patito a New York il 31 agosto. La rottura parziale del legamento peroneo astragalico anteriore costrinse il tennista ad uno stop di oltre 180 giorni, facendolo precipitare alla posizione numero 154 del ranking.
Da lì è iniziata una lunga e faticosa risalita che sarebbe dovuta culminare, nelle intenzioni del romano, con l’ingresso nella Top 30, l’ambìta categoria che consente a chi è dentro di essere testa di serie nei tornei ATP Masters 1000 e soprattutto nei Major.
Matteo fallì di poco la sua missione, pur togliendosi la soddisfazione, nel 2024, di vincere tre tornei di categoria 250 ma soprattutto di ergersi a protagonista assoluto del bis di Coppa Davis a Malaga poco meno di un anno fa.
Berrettini, la classifica piange: tempi duri per Matteo
Ecco arrivare poi il 2025, anno in cui il giocatore avrebbe dovuto fare quel salto ulteriore che lo avrebbe riproiettato ai vertici del tennis mondiale. Peccato che i suoi storici ed atavici problemi ai muscoli addominali (causanti anche un senso di scoramento ben comprensibile) abbiano stroncato le velleità di ‘The Hammer’. Che dal torneo di Roma (quando si ritirò, appunto) ad oggi ha disputato ben poche competizioni. Molte delle quali finite con la stessa partita d’esordio.

A Stoccolma, dove Berrettini si era presentato dopo l’eliminazione al primo turno di Shanghai, l’azzurro ha superato solo il primo match, perdendo poi in due set da Ugo Humbert al secondo turno.
Prima del torneo scandinavo il ranking aveva già restituito una poco lusinghiera casella numero 61. Diventata ora 59 in virtù dell’incontro vinto in Svezia. Siamo ancora molto, ma molto, lontani dalla possibilità di risalire velocemente la china. La stessa posizione in classifica poi, spesso comporta per il tennista dei sorteggi quasi proibitivi in tutti i maggiori tornei del circuito. Ma Matteo non molla, sebbene il compito si stia facendo, settimana dopo settimana, sempre più arduo.