Igor Tudor è stato esonerato dalla Juventus. Questa la scelta del club bianconero all’indomani della sconfitta di misura incassata a Roma contro la Lazio di Maurizio Sarri. Otto partite senza vincere per il tecnico croato, che paga a caro prezzo gli ultimi tre ko e i precedenti cinque pareggi consecutivi.
A pochi passi dal prossimo turno infrasettimanale di Serie A, la Juve ha scelto di sollevare dall’incarico il tecnico croato, in sella dallo scorso 23 marzo. Mercoledì, alle ore 18:30, il confronto con l’Udinese di Runjaic. Igor Tudor non è più l’allenatore della Juventus. Il tecnico croato paga a caro prezzo l’ultimo ko con la Lazio e i risultati negativi di queste settimane, tra Serie A e Champions League. Si attende solo il comunicato ufficiale del club bianconero.

Tudor out. Pronto l’ex Fiorentina al suo posto
Nonostante le parole di Francois Modesto nel pre-partita di Lazio-Juventus, la società bianconera ha deciso di esonerare il croato. Inizia così il toto-nomi per il possibile sostituto, con quelli di Spalletti e Palladino che sono i più frequenti. Ma attenzione anche al possibile e clamoroso ritorno di Thiago Motta, esonerato lo scorso 23 marzo proprio per far spazio a Tudor e ancora sotto contratto con i bianconeri.
Tra gli allenatori accostati alla panchina bianconera per un eventuale post Tudor c’è anche Raffaele Palladino, che ha lasciato la Fiorentina dopo una stagione per divergenze con la società e un sesto posto che ha qualificato i viola alla Conference League di quest’anno. Ma come giocherebbe la Juve di Palladino? Il modulo più utilizzato dall’allenatore viola negli ultimi anni è un 4-2-3-1 che si può trasformare in un 4-3-3 in base agli interpreti, adattandolo alla rosa della Juventus potrebbe giocare così.
La possibile formazione-tipo di Palladino (4-2-3-1): Di Gregorio; Joao Mario, Gatti, Kalulu, Cambiaso; Locatelli, Thuram; Conceiçao, David, Yildiz; Vlahovic.

Al termine della scorsa stagione, un po’ a sorpresa, Palladino ha deciso di rassegnare le proprie dimissioni da allenatore della Fiorentina dopo alcune divergenze con la società. Una separazione sulla quale stava ragionando già da qualche mese, le riflessioni erano su un futuro lontano da Firenze. Dietro le dimissioni ci sono alcune incomprensioni con la dirigenza dovute anche a incertezze sul mercato e il futuro in bilico di alcuni giocatori-chiave.
Inoltre, c’erano stati problemi sulla gestione degli infortuni e dello staff medico. Frizioni che si sono sommate nel tempo creando tensioni dopo che le parti non sono riuscite a trovare un punto d’incontro su come affrontare questi aspetti. Nonostante il rinnovo, l’allenatore percepiva un clima non solido intorno a lui e così ha deciso di farsi da parte.