Telefono bollente in casa Fiorentina, tutte le piste per la panchina viola

Stefano Pioli, dopo la sconfitta con l’Inter di mercoledì sera, ha ammesso di non pensare alle dimissioni e anche la società gli ha ribadito la fiducia. Ora una vittoria della Fiorentina con il Lecce è l’unico risultato possibile, per i giocatori e per lo stesso tecnico.

La classifica è preoccupante: una squadra come la Fiorentina non può rimanere in zona bassa senza che si alzi la tensione. Il gioco appare senza identità, la squadra non convince, e la fiducia dei tifosi sta man mano sempre di più scemando. La pressione sul tecnico cresce ogni partita che passa senza vittoria: specialmente se le prestazioni non migliorano, il tempo a disposizione è già scaduto.

Pioli furioso Inter-Fiorentina
Pioli furioso Inter-Fiorentina (foto LaPresse)- FiorentinaUno.com

Fiorentina, i nomi per sostituire Pioli: l’analisi

Iniziano quindi a circolare anche i nomi degli eventuali sostituti di Pioli, con la società che non può non guardarsi intorno. Non siamo ancora al nome preciso o ai contatti diretti ovviamente ma la direzione iniziale sembra essere quella che porta a Paolo Vanoli. L’ex Torino, che ha ancora un contratto con la società granata da cui dovrebbe dunque liberarsi, conosce bene l’ambiente avendo giocato nella Fiorentina( dal 2000 al 2002).

Serve insomma un carattere grintoso che sappia dare una scossa allo spogliatoio e per questo circola anche il nome di Daniele De Rossi, sondato già nel 2020 per sostituire Iachini. Il suo nome rimane quindi troppo legato al ds Pradè, che la tifoseria vorrebbe lontano dalla Fiorentina insieme a Pioli, e dunque al momento resta difficile.

Thiago Motta saluta i tifosi (LaPresse) - FiorentinaUno.com
Thiago Motta e De Rossi in corsa per la panchina della Fiorentina (LaPresse) – FiorentinaUno.com

Sullo sfondo anche Thiago Motta, ancora sotto contratto con Juventus che già in estate era stato accostato al club. Anche in questo caso l’operazione sarebbe complicata per via dei costi elevati del suo contratto. Poi c’è la suggestione Palladino, a patto che con Pioli venga allontanato o si dimetta anche Pradè. Difficile un retrofront di questo tipo, ma mai dire mai.

In ogni caso con il Lecce sarà l’ultima spiaggia per Pioli. Quella vittoria adesso non più rimandabile: se arriva domenica, Pioli è dentro, se non arriva è fuori. La fiducia e l’ottimismo d’agosto sono diventati la sfiducia e il pessimismo di ottobre, in un passaggio tanto drastico quanto inevitabile che non ha risparmiato nessuno, Commisso, dirigenti, calciatori e Pioli ovviamente, quest’ultimo passato dall’essere acclamato il giorno della presentazione al Viola Park ad essere considerato da molti il responsabile principale di una situazione quasi surreale. Da più parti si chiede una decisione forte da parte della società. Pioli e la squadra hanno un’altra(l’ultima) occasione per risollevarsi e provare a cominciare una campionato nuovo.

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