Quando Rocco Commisso è sbarcato a Firenze nel 2019, portando con sé l’entusiasmo di un self-made man americano con radici calabresi, l’ambiente viola ha immediatamente percepito una ventata di energia nuova. Proprietario pragmatico, diretto, passionale, Commisso ha cercato fin dal primo giorno di unire visione industriale e amore per il calcio, raccontando più volte quanto Firenze e la Fiorentina siano diventate rapidamente parte della sua vita.
Commisso non è un presidente qualunque. Dice ciò che pensa, a volte in maniera diretta e scomposta, ma sempre con convinzione. Il suo rapporto con Firenze è profondo, emotivo, quasi familiare. Ha difeso la società, la città e i tifosi in più occasioni, mostrando un coinvolgimento che va oltre il semplice ruolo di proprietario.

Il percorso da presidente di Commisso
Nell’edizione odierna il Corriere dello Sport analizza quanto accaduto nei sei anni di proprietà Commisso. Dopo aver parlato dell’ormai strutturale crollo di affluenza al Franchi, il quotidiano mette in correlazione questo ai risultati sul campo. Commisso ha acquistato la Fiorentina sette anni fa, i Pontello sono rimasti per un decennio, i Cecchi Gori per dodici stagioni, i Della Valle per diciassette.
Storicamente la Fiorentina è una squadra da settimo/ottavo posto. Facendo una media dei piazzamenti di ogni proprietà, con i Pontello è arrivata al 6,8° , con Cecchi Gori al 9°, con Della Valle all’8,06°, con Commisso oggi è all’8,60°, a pochi passi dal nono posto. Questa è la storia dell’ultimo mezzo secolo di Fiorentina, queste sono le sue medie. In passato c’è sempre stata un’impennata, un momento di calcio di alto livello. Ed è proprio quello che è mancato in questi anni, la sensazione di non poter arrivare al tato atteso salto di qualità. C’è poi un altro aspetto che accomuna le ultime quattro proprietà viola: nessuna si è salvata dalla contestazione dei tifosi. I fiorentini non si accontentano del ‘compitino’. Vogliono risultati.

E poi un paragone con le altre: tranne il Torino di Cairo (con la bacheca vuota e contestato da anni), le altre, vale a dire Napoli (club di Serie C quando l’acquistò De Laurentiis), Atalanta, Bologna, Lazio e Roma hanno fatto molto meglio dei viola. Partecipazioni alla Champions e/o all’Europa League per tutte, trofei conquistati dalla Roma, dal Napoli, dall’Atalanta, dal Bologna e dalla Lazio. La Fiorentina niente. Così le ambizioni restano lì, insoddisfatte. Come è insoddisfatta la gente del tifo viola.