Un dilemma che tutti gli appassionati di calcio si sono sempre chiesti è: quanto conta effettivamente un allenatore e quanto un giocatore. Una risposta chiara non sarà mai possibile averla, ma dati alla mano possiamo notare, in questo caso con la Fiorentina, quanto cambiare un tecnico a volte non è la scelta più saggia, soprattutto se questo si riconferma anche in altre piazze.
Un esempio eclatante è quello di Raffaele Palladino, che con la Fiorentina nella scorsa stagione si è piazzato al sesto posto a quota 65 punti, con una Fiorentina che giocava in stile Premier League, calcio offensivo e geometria di gioco. A livello umano un ottimo gestore del gruppo, dando in primis una visione di fratello maggiore prima che di allenatore. Stesso discorso può essere fatto per Vincenzo Italiano. L’allenatore attualmente del Bologna ha fatto un gran lavoro a Firenze, sia con i giocatori, facendoli rendere anche più delle aspettative del tempo, ma soprattutto su un organico capace di arrivare due volte in finale di Conference League e in finale di coppa Italia. Tutte le finali perse si, ma senza aver dato l’impressione di essere inferiore a nessuno degli avversari. Entrambi gli allenatori viola, arrivati una dopo l’altro, hanno saputo riconfermarsi nelle piazze di Atalanta e Bologna. Il primo arrivato da poco ha già dato il suo imprinting, il secondo sta compiendo un vero e proprio miracolo sportivo con la partecipazione nella stagione passata in Champions League.

Vanoli può essere la soluzione oppure Pioli non era il problema?
La Fiorentina ad inizio stagione si era presentata con Stefano Pioli in panchina. Un a stagione progettata sulle ali dell’entusiasmo e la voglia di far bene. Poi però le vittorie non sono arrivate, costando l’incarico a Pioli, ritenuto colpevole dei risultati negativi. Attualmente però per quanto presto possa essere, la Fiorentina si trova comunque in acque tempestose. Che sia Pioli o Vanoli, l’allenatore può avere solo una responsabilità parziale.

Il tempo ci dirà se quella della società viola è stata la scelta giusta di optare per un cambio in panchina, con l’ex Milan che aveva un contratto triennale a 3 milioni di euro a stagione. Vanoli deve prima lavorare sulla testa dei giocatori partendo dalle cose semplici, successivamente sui tatticismi.