Il fattore invisibile della sconfitta Fiorentina: chi mancava contro il Sassuolo

La notte al US Sassuolo Calcio Stadium di Reggio Emilia ha messo a nudo tutta la fragilità dell’ ACF Fiorentina. Non bastava l’iniziale vantaggio firmato da Rolando Mandragora su rigore: in pochi minuti il Sassuolo ha ribaltato il match con i gol di Cristian Volpato, Tarik Muharemović e Ismaël Koné, evidenziando una Fiorentina molle, confusa e ormai priva di dignità.

Quella che doveva essere una rincorsa con nuove speranze dopo il cambio di guida tecnica sotto Paolo Vanoli si sta trasformando in un incubo lungo 14 giornate. I viola restano ultimi in classifica, ancora senza vittorie, con una serenità in spogliatoio che sembra letteralmente dissolta. La partita non è stata solo un altro passo falso: è diventata l’emblema di una crisi totale. Nel momento in cui serviva personalità, la Fiorentina ha offerto nervosismo e disunione. A fine gara, il malumore dei tifosi con cori come “Fate ridere” non ha lasciato dubbi: la fiducia è ormai evaporata.

vanoli durante sassuolo fiorentina
fiorentina con un piede in serie b (via onefootball) fiorentinauno.com

Fiorentina-Commisso, il grande assente nella crisi viola: cosa sta succedendo davvero

Il fenomeno della Fiorentina non è solo numerico: la debolezza mentale e tattica traspare in ogni partita. Al rigore realizzato da Mandragora non è seguita una reazione concreta; la squadra si è dissolta alle prime difficoltà, incapace anche solo di reagire. Difesa sfilacciata, centrocampo scollegato e attacco sterile: un mix esplosivo che segna la ritirata di ogni dignità. Per Vanoli e la società non serve più tamponare: servono scelte radicali. Cambiare modulo, sostituire uomini o cercare rinforzi a gennaio: tutto sembra inevitabile. Ma non sarà solo questione di tattica: la Fiorentina dovrà ricostruire motivazioni, appartenenza e soprattutto fiducia. Senza questo, rischia di sprofondare davvero.In fondo, questa stagione non rischia solo di essere fallimentare: rischia di diventare una ferita profonda per chi ama ancora la maglia viola.

Nel momento più difficile della recente storia della ACF Fiorentina, il nome di Rocco Commisso torna prepotentemente al centro del dibattito. Il presidente viola, costretto negli Stati Uniti per il recupero dopo un intervento per lombosciatalgia, è lontano da Firenze proprio mentre la squadra affonda tra sconfitte, tensioni interne e contestazione dei tifosi. La sua assenza fisica pesa come un macigno: senza una guida presente, il club appare fragile e privo di una direzione chiara.

Rocco Commisso (ANSA) - FiorentinaUno.com
Commisso si complimenta con la Fiorentina (ANSA) – FiorentinaUno.com

Negli ultimi mesi Commisso è intervenuto solo a distanza, tramite videoconferenze e comunicati ufficiali. Tra questi, il messaggio più forte è stato la smentita sulle voci di una possibile cessione del club: “La Fiorentina non è in vendita”, ha ribadito, definendo le indiscrezioni false e invitando l’ambiente all’unità. Parole importanti, ma percepite come insufficienti da una parte della tifoseria, che chiede decisioni drastiche sul fronte societario e tecnico.

In molti vedono nella distanza del presidente una delle cause del declino viola: una proprietà lontana, dirigenti sotto pressione e uno spogliatoio pieno di fratture interne. La Fiorentina avrebbe bisogno proprio ora di una leadership forte e visibile. Il ritorno di Commisso a Firenze potrebbe non risolvere subito la crisi, ma rappresenterebbe almeno un segnale di presenza, responsabilità e ricostruzione.

Gestione cookie