Quando Vanoli è stato nominato allenatore della Fiorentina, la squadra era già in difficoltà. Il tecnico, che ha rinunciato anche ad altri ingaggi pur di accettare la panchina viola, presentò il suo progetto come una “Fiorentina operaia”: due allenamenti al giorno, più fisicità, mentalità di sacrificio e la necessità di ritrovare determinazione e orgoglio. Vanoli avvertì fin da subito che per uscire dalla crisi ci voleva “lavoro, tempo e umiltà” e che la difesa, tra i problemi più gravi, avrebbe richiesto un intervento immediato, soprattutto sui calci piazzati.
Nonostante qualche accenno di miglioramento nella condizione atletica, la squadra faticava a concretizzare: come sottolineato dopo un pareggio con la Juventus, l’approccio era forse più dignitoso, ma nulla era cambiato sotto l’aspetto della continuità e della concretezza. I numeri dicono tutto: la Fiorentina è diventata una delle squadre con la peggior difesa del campionato concedendo gol su molte palle inattive e si profilava un campionato da incubo.

Fiorentina, gli snodi decisivi che hanno fatto precipitare la stagione viola
Il 6 dicembre 2025 è diventato una data simbolo del baratro viola. In trasferta contro la Sassuolo Calcio, la Fiorentina si porta in vantaggio con un rigore trasformato da Rolando Mandragora. Ma la gioia dura pochissimo: al 14′ Cristian Volpato pareggia, e al 46′, su corner, un errore del portiere regala a Muharemovic il 2-1. Nella ripresa, la squadra è in bambola e al 65′ Ismaël Koné fa 3-1. Il risultato finale: un’altra sconfitta, la quattordicesima partita di fila senza vittoria, la Fiorentina sempre ultima in classifica. Quel match ha fatto esplodere tutte le contraddizioni: mentalità fragile, errori difensivi gravi, incapacità di reagire. Anche dopo un buon avvio la squadra si scioglie come neve al sole.Dopo la sconfitta contro il Sassuolo, Vanoli non ha nascosto la sua frustrazione: “Non servono giocatori, servono uomini. Basta alibi, ci vuole coraggio.” Aveva chiesto a tutti di metterci la faccia, di uscire dallo spogliatoio da squadra. In conferenza ha anche chiesto scusa ai tifosi.

Ma le tensioni esplose anche fuori dal campo: subito dopo la partita al club sono arrivate minacce indirizzate a giocatori e famiglie un fatto grave che ha costretto la società a denunciare e a rafforzare la sicurezza.Questo episodio rende ancora più pesante il clima intorno alla Fiorentina. Il cambio di allenatore e qualche ritocco tattico non sono bastati a risolvere i mali: secondo numerosi commentatori e osservatori, la crisi non è semplicemente tecnica, ma strutturale. Organizzazione societaria, scelte di mercato, pressioni esterne, mancanza di identità e cattiva comunicazione interna stanno aggravando la situazione. Anche tentativi di cambiare modulo passando a una difesa a quattro, o rafforzando il centrocampo difficilmente possono dare risultati immediati. Serve coesione, convinzione e un netto salto di mentalità.
La stagione si è trasformata in un incubo: una squadra storica come la Fiorentina, abituata a lottare per posizioni medio-alte, oggi si trova in fondo alla classifica, con zero vittorie dopo 14 giornate, morale a pezzi, spogliatoio scosso da tensioni, e tifosi sempre più delusi e preoccupati. È una crisi che non può essere affrontata solo con cambiamenti tattici: serve coesione, carattere, personalità. E soprattutto come dice Vanoli servono uomini.