Fabio Paratici sarà il nuovo DS della Fiorentina. Il suo compito sarà quello di risollevare la squadra attraverso un mercato oculato tra prestiti, cessioni e arrivi. Dopo il suo annuncio ufficiale, si scoprirà che tipo di rapporto professionale avrà con Rocco Comisso, anche se appare chiaro che il filo diretto con il Presidente continuerà ad averlo il DG Ferrari.
Nella giornata di lunedì 5 gennaio avrà finalmente luogo l’insediamento di Fabio Paratici al Viola Park nella veste di Direttore Sportivo della Fiorentina, prendendo di fatto il posto del dimissionario Daniele Pradè. Ci si aspettano grandi cose dall’ex dirigente di Juventus e Sampdoria.

Fiorentina, ecco il ruolo di Paratici: libertà sul mercato, ma sarà Ferrari ad avere un filo diretto con Commisso
Nonostante dunque la piena libertà garantita in termini di scouting e di gestione delle trattative sia in entrata che in uscita, Fabio Paratici non avrà pieno potere in termini di relazioni con la presidenza, cosa che tra l’altro fatto sì che Cristiano Giuntoli rifiutasse il posto. Sarà quindi solamente Alessandro Ferrari a intrattenere rapporti giornalieri con Rocco Commisso dall’America.

Sarà un compito veramente arduo per Paratici, come si legge nell’edizione odierna de Il Corriere Fiorentino:
Paratici, che arriverà all’inizio della prossima settimana, sta già studiando le mosse, ma per quanto riuscirà a cambiare le facce, serve una presa di coscienza dei giocatori. Solo così la Fiorentina potrà salvarsi. Stasera, dopo la partita del Genoa a Roma, sapremo se la salvezza sarà ancora a 5 punti o se la distanza aumenterà, ma in ogni caso per uscire dalla zona rossa della classifica servirà un’impresa. E un’impresa si fa solo con chi ha voglia di rimboccarsi le maniche e metterci la faccia.
Si chiude l’annus horribilis della Viola
La Fiorentina è tornata tristemente se stessa, la peggiore squadra del campionato. Il 2025 registra un record di cui Firenze avrebbero fatto a meno: 23 sconfitte. Mai erano state tante. Prandelli e Mihajlovic nel 2010 erano arrivati a 22. Il triste traguardo se lo dividono in tre: Palladino, Pioli e Vanoli (più il k.o. di Mainz di Galloppa), ma soltanto gli ultimi due salgono sul banco degli imputati. Il primo ha contribuito con 10 sconfitte, 8 in campionato e due in Conference, alcune mortificanti, ma è riuscito a mascherare i limiti strutturali di un gruppo che nella stagione seguente si è liquefatto.