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Piccoli si presenta: “La maglia Viola è una responsabilità. Posso giocare in coppia con Kean”

Le prime parole viola

Roberto Piccoli è ufficialmente un nuovo giocatore della Fiorentina e ha svolto la prima conferenza stampa al Viola Park. Ecco le sue parole:

“Ho trovato un gruppo bellissimo, la trattativa è partita dopo la fine della stagione scorsa e appena ho sentito parlare della Fiorentina dal mio agente ero molto contento, ho spinto anche io per arrivare qui. Questa piazza è importante, è un privilegio essere qui. A Cagliari ho lasciato un pezzo di cuore, mi hanno trattato benissimo ed è grazie a loro se ora ho fatto un passo in avanti. In ogni squadra i giocatori hanno delle responsabilità. Firenze è una piazza passionale e ogni volta che ho giocato qui da avversario sono rimasto allibito dal tifo, fa tremare le gambe agli avversari. Facciamo un lavoro che è la nostra passione e dobbiamo dare tutto.

Su Kean e Dzeko

 Davanti siamo tre attaccanti molto forti, io ho giocato anche a due punte e starà al mister decidere, ma possiamo giocare tutti in coppia o da soli. Deciderà il mister se giocare a due punte o meno. La competizione per me è sempre sana, avere davanti uno come Kean è impressionante perché viene da una stagione straordinaria che spero possa ripetere. Per me non c’è problema sul come giocare. Con Edin ci intendiamo subito, è un esempio per noi attaccanti giovani. Ma anche Moise, ha 25 anni ma è già un riferimento. Sono giocatori che hanno una fame incredibile che si intravede già in allenamento. Con Moise siamo giocatori abbastanza simili, io lo definisco impressionante perché quando attacca la profondità fa impressione, in pochi in Europa lo fanno così. Bisogna imparare da lui. Sono stimoli importanti, fanno crescere sotto ogni punto di vista. 

Su Pioli

Col mister non ci siamo sentiti molto ma è un tecnico di spessore, gli sono bastate poche parole per convincermi. In più Firenze ha sempre fatto competizioni europee, in questi anni ci sono state due finali e per me era uno step in avanti della mia carriera: era arrivato il momento giusto per farlo. La Nazionale certamente è un obiettivo, ma prima di tutto penso alla Fiorentina perché bisogna fare prima bene nel club.
 

È stato un mercato movimentato, avevo altre offerte sia in Italia che all’estero, ma ho riflettuto molto sul venire a Firenze. Era uno step importante, qui c’è tutto per lavorare bene, dal mister al centro sportivo all’ambiente. Sono carico per Torino”.

Roberto Piccoli (Photo by Enrico Locci/Getty Images via One Football)

 

Su Gosens

“Ci ho fatto un anno speciale a Bergamo e mi aiutò tantissimo. Era leader già ai tempi, adesso ancora di più: è impressionante. Una persona stupenda che aiuta tanto noi giovani.
Nel 2022 ebbi un problema che non riuscivo a risolvere, mi faceva male e mi ha frenato. Ma questi passi falsi capitano, forse potevo esplodere prima ma nella vita si impara anche dalle cose difficili.” 

99 anni di storia viola

“A Firenze sono passati tantissimi attaccanti importanti, a partire da Batistuta che aveva una cattiveria impressionante. Penso sia lui quello da cui prendere più aspirazione, ho visto tanti suoi video e aveva una ferocia agonistica fuori dal normale, oltre ad essere un bomber incredibile.”

Il mio momento più bello per ora alla Fiorentina?

“Ieri, quando ho firmato il contratto assieme a tutta la mia famiglia, che è la cosa più importante che ho. Ero davvero emozionato a ripensare il sacrificio che ha fatto per me la mia famiglia. In questi due giorni che sono stato qui ho sentito grande ambizione, mi ha parlato bene di Firenze anche Yerry Mina che avevo con me l’anno scorso. Mi ha parlato davvero bene, e mi ha convinto ancor più della scelta che ho preso. Giocare le coppe ti migliora, il mio step doveva essere anche questo. Firenze era la piazza ideale”.

Perché il numero 91?

“Questo è un po’ un mio segreto, ma ho cominciato già da giovanissimo allo Spezia a usarlo e mi è sempre piaciuto come numero. E poi c’è un fatto, che non voglio raccontare. Oltre al fatto che lo aveva un attaccante che mi piaceva molto come Zapata e quindi l’ho preso, ma il motivo è più profondo”.

Sulla Champions League…

“Mi ha fatto impressione una cosa che mi ha detto il mister, di guardare giorno per giorno, allenamento per allenamento e partita per partita. Se ragioni per ottenere sempre i tre punti, raccogli risultati importanti. Sicuramente c’è l’ambizione di fare un passo avanti verso la Champions, ma ora c’è da passare il turno di Conference e poi il Torino. Dobbiamo essere pronti, superando un ostacolo alla volta”.

Andrea Boldrini

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