A distanza di 10 anni dall’ultima volta, Cesare Prandelli è tornato sulla panchina della Fiorentina. Ovvero quella che, forse anche più della Nazionale, gli ha regalato gioie ed emozioni, professionali e non. Era il 2010 quando il tecnico decise di diventare ct: il suo addio alla Fiorentina era nell’aria, sembrava tutto apparecchiato per il suo passaggio alla Juventus ma alla fine la spuntò la Federazione. I 4 anni in azzurro, poi l’esperienza all’estero, la prima della sua carriera. Il Galatasaray scelse di puntare su di lui per il rilancio, soprattutto europeo. Ma in Turchia Prandelli ci restò poco. Dall’8 luglio al 27 settembre del 2014, per la precisione. Quindi, a distanza di due anni, nel 2016 vola in Spagna per la firma con l’ambizioso Valencia. Ma alcune divergenze con la società, soprattutto in sede di mercato, lo portarono alle dimissioni già a dicembre. Qualche mese dopo, è metà 2017, firma per l’Al Nasr Dubai. Un calcio diverso e un’esperienza di vita nuova, che durò qualche mese. Nel gennaio del 2018 arrivò l’esonero con la squadra al terzo posto in campionato. A dicembre torna in Italia e firma per il Genoa, in sostituzione di Ivan Juric, per tentare di guidare la squadra alla salvezza. Salvezza che arriva, gioco del destino, proprio all’ultima giornata in casa della Fiorentina. Quella Fiorentina che oggi ha riabbracciato e con cui vuol tornare grande, dopo le avventure in Champions League del passato.
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