Il campo, come abbiamo sempre detto, si divide in tre zone. All'interno di queste zone troviamo le sezioni; cioè le locazioni delle funzionalità.

Il termine non ancora usato, ma che, d'ora in avanti, vedrà il suo utilizzo, è quello di “ambiente”.

Dunque, non parleremo, scanso evitare ripetizioni, di “campo”. L'"ambiente" diverrà ciò che è: la somma delle zone.

Monza: l'uso delle zone

La squadra di Raffaele Palladino, prossima avversaria della Fiorentina in Serie A, rispetta i princìpi della Legge della Verticalità così:

- Principio di spazialità : il campo visivo del calciatore prevede l'esclusiva frontalità. I movimenti “alle spalle” vengono fronteggiati con la traslazione dell'oggetto di concentrazione dall'uomo al pallone: ​​marcatura a uomo diviene linea del fuorigioco. Ciò per mantenere le distanze dell'ambiente di pressione . In fase offensiva, le funzionalità degli avanti volgono le spalle alla terza linea avversaria; mentre quelle dei fluidificanti, soprattutto se all'interno della zona esterna cieca , per avere nel campo visivo (che si estende da spalla a spalla) il pallone, disegnano diagonali con direzione interna.

- Principio di convergenza : attaccano dalle zone esterne verso quelle interne. Gli uomini disegnano la convergenza della sfera, arrivando dalla zona esterna cieca attraverso diagonali (/), o inserimenti (|) (a causa delle 3 tipologie di movimento utilizzate nel calcio odierno). Entrambi vettori con direzione interna/esterna (diagonali) e scesa/salita (inserimenti) che rispettano il punto a punto e l' appoggio delle linee . Difendono alla solita maniera convergendo dall'esterno all'interno, ostruendo, quindi, la via più diretta per far gol.

-Principio di agonismo: marcatura uomo su uomo e ripartenze veloci. Mentalità del compattarsi e ripartire; ma che non disdegna una manovra costruita dal basso, o prolungata sulla trequarti avversaria, quando comincia ad aleggiare feeling col momento della partita. Il pressing porta la squadra a stringersi molto attorno alla sfera e questo risulta anche essere la fonte principale delle sue “disfatte” difensive.

Queste le zone sfruttate dal Monza:

Alcune info sulla fase difensiva

Ecco come si comportano “generalmente” i tre centrali difensivi:

I numeri sono indicativi dei movimenti, non rispecchiano quelli reali dei calciatori

 

Lo abbiamo accennato sopra: il campo visivo è esclusivo frontale. I difensori usano la marcatura a uomo, finché gli avversari non passano il limite dell'ambiente di pressione. A quel punto, l'oggetto di concentrazione trasla dal calciatore al pallone:

I numeri sono indicativi dei movimenti, non rispecchiano quelli reali dei calciatori

 

Nella figura, il terzino di sinistra segue a uomo l'avversario, perché questo resta al di qua della retta tracciata dal trio difensivo. Diciamo così: l'attaccante della compagine opposta deve compiere o una parallela, o una diagonale (quest'ultima non deve, però, oltrepassare la linea).

I numeri sono indicativi dei movimenti, non rispecchiano quelli reali dei calciatori

 

In questa figura, invece, un terzino marca a uomo, mentre gli altri due lo seguono per mantenere brevi le distanze del terzetto. Ma il n.2, essendo il n.9 al di là della retta, attua la traslazione dell'oggetto di concentrazione: assieme al n.4 e con l'ausilio mnemonico del n.3  attuano la “trappola del fuorigioco”, cercando, casomai, di anticipare l'avversario attraverso il posizionamento.

Alcune info sulla fase offensiva

Abbiamo detto che lo sviluppo della manovra avviene dalle zone laterali. Prendiamo ad esempio questa disposizione:

I numeri sono indicativi dei movimenti, non rispecchiano quelli reali dei calciatori

 

Vediamo subito una cosa: i mediani (n.7 e n.8) cercano sempre di mantenere la solita distanza l'uno dall'altro. Solitamente sono accostati, a volte, durante la fase di recupero palla e pressing, possono assumere una posizione asimmetrica. La fase difensiva prevede per entrambi la marcatura a uomo.

Adesso, prima di andare a proporre tre esempi di sviluppo della manovra offensiva, rappresentiamo, qui sotto, la figura geometrica che il Monza traccia nelle zone laterali per costruire l'attacco:

I quattro angoli del rombo vengono occupati dal basso verso l'alto (mettendo che i brianzoli si trovino sulla fascia mancina): terzino (in basso); fluidificante (alto a sinistra); mediano (alto a destra) e ala (perpendicolarmente in alto). Da qui, le 4 funzionalità possono utilizzare le 3 tipologie di movimento del calcio odierno: parallela, inserimento e diagonale.

Primo esempio:

I numeri sono indicativi dei movimenti, non rispecchiano quelli reali dei calciatori

 

Impostazione dal basso: il terzino sinistro ottiene il possesso della sfera. L'ala (n.10) si abbassa per creare 2 possibilità di ricezione : passaggio verso di sé, oppure imbucata verso il fluidificante (n.6) che disegna una diagonale con vettore interno. Il mediano (n.8) si allarga, creando un'ulteriore possibilità di ricezione e di evoluzione della manovra.

Ciò rende tutto molto interessante, considerando che il mediano (n.7) non si trovi molto lontano dal rombo. Questo consente, oltre a sintetizzare il ritmo, anche la possibilità di racchiudere la manovra in passaggi corti-centrali, dato che i compiti dell'ala (n.11) prevedano l'accorciare le distanze con l'uso della diagonale e della parallela interne. Il fluidificante (n.5) può convergere ulteriormente e consentire, comunque, il rispetto dell'idea "esterna" dello sviluppo del gioco che ha Palladino.

Ad esempio, un'azione del genere:

I numeri sono indicativi dei movimenti, non rispecchiano quelli reali dei calciatori

 

Descrizione: la palla viaggia dal n.8 al n.7 fino al n.5 (fluidificante di destra). Quest'ultimo si era accentrato; mentre l'ala n.11 si era allargata. Il 5 ottiene la sfera; l'11 compie un inserimento e il passaggio conclusivo.

Terzo esempio:

Abbiamo parlato del movimento dei giocatori esterni. Eccone uno compiuto, invece, dalla prima punta. E fondamentale allo scopo di finalizzare al meglio l'attacco:

I numeri sono indicativi dei movimenti, non rispecchiano quelli reali dei calciatori

 

Se fluidificante (n.6) e ala (n.10) fossero simmetrici e il mediano avesse il pallone, potrebbe succedere questo: il centravanti disegna una diagonale con vettore esterno, creando la possibilità d'un'imbucata e occupando la sezione vuota frontale alla fascia in questione.

Dunque, si ottiene un'asimmetria con locazione della funzionalità maggiormente convergente.

Questo aumenterebbe, se la possibilità di ricezione diventasse vera e propria ricezione, la percentuale di finalizzazione e pericolosità della manovra.

Un limite della funzione di Palladino e un'idea su come preparare la partita per la Fiorentina

Ripartiamo da questa figura:

I numeri sono indicativi dei movimenti, non rispecchiano quelli reali dei calciatori

 

Il rombo, che parte dal n.4 e va verso il n.5, n.11, n.7, rappresenta anche uno dei limiti della funzione del Monza.

La Fiorentina potrebbe sfruttarlo con una ripartenza, ma, per farlo, il suo ambiente di pressione dovrebbe, all'incirca, mantenere questi confini:

Il posizionamento, qui sopra raffigurato, potrebbe risultare utile.

Infatti, i viola avrebbero campo, sia per arretrare, senza subire le verticalizzazioni, sia per ripartire velocemente, attraverso l'inserimento a scendere (cioè, esempio, dall'attacco alla mediana), lo scambio repentino (distanze ravvicinate) e l'imbucata (occupazione dello spazio vuoto, asimmetria e convergenza).

Perciò niente linea alta che schiacci il Monza nella sua metà campo. 

Conclusione:

Speriamo di essere stati utili alla comprensione dell'avversario. Il 4 gennaio, poi, sarà il campo a parlare. La Fiorentina e l'Italiano vogliono ripartire bene. Quella col Monza potrebbe essere l'opportunità giusta al momento giusto.

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