La Gazzetta dello Sport ha intervistato Francesco Toldo, portiere ex viola ed ex neroazzurro. Ecco cosa ha detto in merito alla finale di Coppa ltalia, tra Fiorentina e lnter, e alla sua carriera divisa tra i due club:
“Diciassette anni di me tra viola e nerazzurro, non chiedetemi per chi tifo perché ho il cuore diviso in due. Insieme alla Nazionale, una vita. La mia carriera? Firenze è stato il lancio, Milano la lotta perché a quei livelli non devi solo vincere ma anche confermarti. La cosa più dura. Gli anni a Firenze? Bellissimi e diversi tra loro. Nel 1996 ero euforico, non sentivamo le responsabilità. Nella finale contro l’Atalanta ci trascinò Batistuta. Nel 2001 venivamo da una stagione tremenda, Terim se ne andò e a fine febbraio arrivò Mancini. Il clima era surreale perché era chiaro che il club di Cecchi Gori stava fallendo ed eravamo tutti determinati a chiudere con una vittoria. Superammo il Parma grazie a una rete del mio amico Vanoli. Il mio passaggio all’Inter? Passai all’Inter e iniziò tutta un’altra storia, perché lì hai sempre l’obbligo di vincere. Dopo il 5 maggio e la semifinale di Champions del 2003, persa senza… perdere, anche lì arrivò Mancini e con la prima Coppa la musica è cambiata. Stasera? L’Inter è potente e in forma, ma anche la Viola non scherza e in campionato ha messo in difficoltà i nerazzurri. In una finale però si resetta tutto. Conta solo come si entra in campo. È la testa che guida le gambe”
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