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“Viva er Beti manque pierda”: cosa vuol dire tifare Betis? Il nostro speciale sul club andaluso

Betis, ‘musho’ Betis, en el mundo lo que más quiero!

Spogliatoio Betis (ph.FiorentinaUno.com)

Betis, sempre Betis, ciò che amo di più al mondo. Basterebbe questo verso – estrapolato dall’inno ufficiale – a rendere l’idea di cosa significa tifare il Real Betis Balompié, la squadra più amata di Siviglia e una delle più seguite in tutta la Spagna. Sarà il sangue andaluso, caldo, gitano, mediterraneo, così vicino al nostro, sarà la passione che trasuda da ogni angolo della città, da Triana alla Macarena passando per il Casco Histórico e Santa Cruz: tifare Betis non è solo tifare una squadra di calcio. Tifare Betis significa abbracciare una filosofia e difenderla con orgoglio a prescindere da tutto. Chiedetelo a Joaquín, uno che da quelle parti ha fatto la storia: 

Anche se perdi, ti amo. Anche se affondi, ti amo: questo è essere bético! Non è una forma di tifare, è una forma di vivere. E’ come dire a una persona “non preoccuparti per quello che accade, io ci sarò sempre, io ti amerò sempre. Anche se sbagli, ti perdonerò. Anche se avrai una giornataccia, sarò sempre al tuo fianco. Il mio amore per te è assolutamente incondizionato”.

La prima semifinale europea in 118 anni di storia

Il doppio confronto con lo Jagellonia ha sancito per il club che prende il nome dalla denominazione latina – Betis, appunto – del fiume che attraversa Siviglia (Guadalquivir) il raggiungimento di un traguardo storico come la prima semifinale europea in oltre 110 anni di esistenza: il match del prossimo 1 maggio contro la Fiorentina vedrà una città intera in estasi, anche per la concomitanza con la Feria, la festa più grande e più importante del capoluogo andaluso che segue a ruota un altro evento di culto, la Semana Santa. I tifosi della Viola che intraprenderanno questa trasferta, dunque, verranno avvolti da un clima passionale, ospitale e accogliente che solo il sud della Spagna e Siviglia sanno regalare. 

Stadio Villamarín Betis (ph.FiorentinaUno.com)

La “previa”, ovvero il pre-partita intorno al Villamarín

In occasione delle partite casalinghe, i tifosi del Betis sono soliti riunirsi intorno allo stadio Benito Villamarín qualche ora prima del calcio d’inizio per caricarsi in vista della gara: cori, canti, allegria e spettacoli improvvisati di flamenco, la vera anima del sud spagnolo. Seguire il Betis è una festa, una gioia a prescindere dal risultato, come recita il lemma di cui sopra. Assistere al match è un’occasione per distrarsi dalla vita di tutti giorni, incitare i propri beniamini al fianco di chi condivide la passione per questi colori, il bianco e il verde, che sono anche i colori di questa terra benedetta da Dio chiamata Andalusia. Se poi in campo la squadra si diverte e fa divertire, tanto meglio! Il magico Isco, il ritrovato Antony e il goleador Bakambu hanno ridato entusiasmo alla gente dopo un inizio non facile di stagione. 

Stadio Villamarín Betis (ph.FiorentinaUno.com)

Cosa pensano i Béticos della Fiorentina

Tutti, nella metà bianco-verde della città, sono entusiasti di poter affrontare la Viola per il blasone del club ma anche per “merito” di Joaquín, idolo bético che ha disegnato calcio anche al Franchi tra il 2013 e il 2015. La voglia di arrivare in finale è tanta, ma alto è anche il rispetto nei confronti della squadra di Palladino e della Curva Fiesole, che qui è conosciuta e ammirata in quanto portatrice degli stessi valori delle peñas bianco-verdi: amore incondizionato e sostegno dentro e fuori dal campo, pase lo que pase. L’esito del match è incerto, ma una cosa invece è sicura: tra gli spalti dello stadio e per le vie di Siviglia i tifosi gigliati troveranno uno spettacolo difficile da spiegare anche a parole! 

Stadio Benito Villamarín (ph.FiorentinaUno.com)

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Mattia Musso

Nato nel 1999 a Noto, ho conseguito una Laurea Magistrale in Lingue, Letterature Straniere e Turismo Culturale presso l'Università di Trieste e un Master in Studi Linguistici, Letterari e Culturali presso l'Universidad de Sevilla. Voglio trasformare la mia passione per il giornalismo nel mio lavoro: sogno di scrivere e raccontare calcio in giro per il mondo. Collaboro da quasi due anni con FiorentinaUno ma ho avuto modo di misurarmi anche con altre realtà giornalistiche, se pur per un breve periodo; padroneggio lo spagnolo (livello madrelingua), l'inglese (livello avanzato), il francese e il rumeno (livello base). Mi piacerebbe trovare un impiego a tempo pieno presso una redazione sportiva o presso l'ufficio stampa di qualche società calcistica.

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