Fiorentina (Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images via One Football)
Intervenuto sui propri social,
La Fiorentina oggi è parecchio lontana dalle aspettative sue e dei tifosi, ma nel salvadanaio di pensieri che Pioli si porta appresso l’idea più ingombrante è che si possa costruire qualcosa di speciale: “serve tempo” è la frase che ripete più spesso ai nostri microfoni, dopo una partita a tratti nevrastenica, con un ars oratoria che ha coinvolto arbitri, staff, giocatori e tribuna. Ecco, se non siete mai stati al Franchi è difficile da percepire, ma chi allena qui ha letteralmente in panchina 80 tifosi che ti urlano di tutto e, se non stai vincendo, non è una corrispondenza di amorosi sensi. Insomma la Fiorentina è il perfetto alter ego del proprio stadio, un cantiere a cielo aperto, quello che ormai non è più il Como.
La sensazione è che Fabregas sia ben consapevole di avere tra le mani una materia umana plastica, che in parte plasma, in parte lascia evolversi da sola. Questa squadra è ciò che si avvicina di più a una banda di ragazzini che giocano con la testa leggera di chi è all’oratorio con gli amici.
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