Come scritto dal Corriere Fiorentino lo stop arrivato dall’Europa se da una parte rischia di essere una bomba a orologeria per Dario Nardella che su questa operazione ha scommesso tutto, non può certo far felice la società viola che, non è un mistero, ha più volte ribadito come un impianto moderno sia indispensabile e che non imputa al primo cittadino le difficoltà emerse negli ultimi giorni. Per questo tra i piani B che Palazzo Vecchio si trova costretto a valutare, c’è anche quella di un impegno della Fiorentina sul completamento dell’opera per ovviare alla possibile mancanza dei 55 milioni ad ora bloccati dall’Europa. Per prima cosa dovrà essere valutata la fattibilità di un intervento privato all’interno di una ristrutturazione effettuata con soldi pubblici. Silenzio su tutta la linea, perfino alla presentazione di Palazzo Vecchio del progetto vincitore, la reazione di Joe Barone era stata piuttosto tiepida. “O mi danno il total control, oppure non ci metto un euro”, ha sempre ribadito Rocco Commisso sul tema stadio, dopo essere rimasto scottato dagli insormontabili vincoli del Franchi e dalle resistenza della politica cittadina e regionale all’ipotesidi uno stadio privato a Campi. Ma ora che l’operazione Franchi rischia di tornare in discussione, la Fiorentina potrebbe avere l’interesse a valutare strade comuni, ovviamente mettendo sul tavolo la convenzione sullo stadio.
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