Claudio Desolati, intervenuto a Radio Bruno per fare gli auguri all’ex-compagno Antognoni, ha poi parlato delle dimissioni di Cesare Prandelli: “Si capiva dal viso e le espressioni che fosse stanco. Da una parte sono contento che abbia lasciato perché la salute è la prima cosa. Quando ami questi colori e senti tutte le critiche, avendo provato di tutto, ti viene la malinconia e vedi le cose negative più di quelle negative. Attaccamento alla maglia in squadra? Il 75% delle colpe è di chi va in campo, io non vedo agonismo e voglia di lottare e vincere, né entusiasmo. Per noi era diverso, si giocava per il pubblico, per vincere, per noi stessi. Ora i giocatori pensano che tanto un’altra squadra la trovano. Io e Giancarlo eravamo una cosa sola, sapevamo come scambiarci la palla, forse ora c’è poco dialogo, nessuno si arrabbia e si consola a vicenda, non c’è amicizia, non so se è colpa della presenza di tanti stranieri. Consigli a Commisso? L’ho conosciuto un paio di mesi fa, è una persona squisita che vuole far valere la sua potenza economica e la sua voglia di vincere, ma è arrivato un momento storico difficile. E’ un calcio diverso, ci sono passaggini di un metro, si fanno 7/8 passaggi al massimo, spesso giro. Su Vlahovic? Ho sempre sostenuto che sia un bravissimo attaccante. E’ grintoso, gioca a destra e a sinistra, ma se gli arrivano pochi palloni ha poche possibilità, non c’è mai un cross in mezzo, nel calcio bisogna farli”.
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