L’ex calciatore Fulvio Collovati, intervenuto a La Gazzetta dello Sport, ha deciso di ripercorre alcuni momenti chiave della sua carriera, partendo dal mancato trasferimento alla Fiorentina.
Retrocessione al Milan? Stagione disgraziata. Baresi si ammalò e lì per lì si temette che avesse qualcosa di grave, per fortuna non era così. Ci andò tutto storto e nessuno ci diede una mano. I tifosi erano inferociti, a Como mi presi un cubetto di porfido in testa: sei punti di sutura. Bearzot mi portò in ritiro ad Alassio e una sera mi arrivò una chiamata: “Collovati in cabina telefonica”, gracchiava l’altoparlante nella hall.
Un giorno ricevetti una telefonata. Risposi e dall’altra parte c’era Sandro Mazzola, dirigente dell’Inter: “Fulvio, te la senti di venire da noi?”. Rimasi di stucco. Io stavo quasi per firmare con la Fiorentina del conte Pontello, che mi offriva un sacco di soldi. Mi cercava anche la Juve. Presi tempo, poi capii che Mazzola aveva l’accordo con Farina (l’allora presidente del Milan scomparso pochi giorni fa, ndr ). L’Inter, per avere me, avrebbe dato Serena, Pasinato e Canuti al Milan. Accettai e ci rimisi tanto denaro, la Fiorentina mi avrebbe pagato il doppio, però la voglia di restare a Milano, nella mia città, era troppo forte. Da quel giorno, per i milanisti io sono il traditore, ma la gente non sa che cosa c’è dietro certe scelte.
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