Pablo Mari (Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images) via OneFootball
Intervistato a Fox Deportes, il difensore della Fiorentina Pablo Marí si è raccontato a cuore aperto e ha parlato di alcune fasi molto delicate della sua carriera da calciatore:
Aver giocato in cinque campionati mi ha dato tanta esperienza e mi ha aiutato a sviluppare la leadership. Ho potuto condividere il campo con grandi giocatori, affrontare avversari tosti, lavorare con allenatori di grande caratura e conoscere tanti stili di gioco. Tutto questo mi ha permesso di capire meglio il calcio e di giocare con tanta consapevolezza. Fin da piccolo il pallone è stato il centro della mia esistenza. Amavo giocare con gli amici, ma chiedevo anche a mio padre di restare fuori a fare due tiri con me Avevo cinque o sei anni quando mio padre mi portò nella squadra del mio paese, ma all’inizio ero davvero timido: preferivo giocare con i miei amici. Tuttavia, appena ho indossato gli scarpini per la prima volta è stato amore a prima vista e non ho più smesso.
A 13 anni ho subito un grave infortunio all’anca, dovuto a una crescita troppo rapida: in un solo anno sono cresciuto addirittura di 12 centimetri. Dopo ogni partita, restavo fermo per almeno sei o sette mesi. È stato così per quasi un anno e mezzo. I miei genitori erano davvero preoccupati, molto più di me. I medici ci spiegavano che non potevano intervenire finché la mia crescita non si fosse finalmente assestata. Ricordo che, durante l’ultimo infortunio, ero in macchina con mio papà e gli dissi: ‘Questa sarà l’ultima volta. Se mi succede ancora, smetto di giocare”.
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