Albert Gudmundsson ha tanta voglia di mettersi in mostra alla Fiorentina: la doppietta alla Lazio ha messo in chiaro che lui è la superstar e i compagni devono affidarsi a lui per risolvere le partite, anche se a volte non sono mancate le polemiche.
Il Corriere Fiorentino, nelle pagine odierne, fa proprio riferimento alle occasioni in cui, per punizioni o rigori, l’islandese ha preteso il pallone nonostante ci fossero altri battitori desiderosi di prendersi la responsabilità di calciare. Al Genoa c’era Retegui, alla Fiorentina è già toccato a Kean (nel secondo rigore contro la Lazio) e Cataldi (per una punizione dal limite contro l’Empoli). Che questo atteggiamento, alla lunga, possa far male allo spogliatoio?
Non vorrei che l’italiano non perfetto di Kouame porti a interpretare male le sue parole dopo la partita; in Gudmundsson ho visto un comportamento un po’ troppo da protagonista, non si deve sentire una star: se ti eleggono i tuoi compagni allora va bene, ma se non è così rischi di diventare arrogante. La Fiorentina non ha mai preso in mano la gara ieri pomeriggio, serve cambiare qualcosa, soprattutto in mezzo al campo e nella trequarti.
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