E, d’altronde, il ruolo ricoperto da entrambi è sostanzialmente lo stesso. Perciò perché non pensare a Dusan Vlahovic come quello che potrebbe essere il nuovo Luca Toni? L’ex campione del mondo ha collezionato nei primi anni alla Fiorentina 71 presenze e 49 gol dal 2005 al 2007. Poi nella seconda parentesi gigliata era riuscito a mettere su 8 reti segnate in appena 28 gol. Tuttavia, sono i primi anni in maglia viola che si deve prendere in considerazione per poter permettere l’analisi e la giusta comparativa col rendimento del giovane attaccante serbo. Nel primo anno di Cesare Prandelli il numero 9 della Fiorentina era riuscito “scarso” a mettere su 42 presenze e 33 gol tra Serie A e Coppa Italia. Numeri atroci per le squadre avversarie, calcisticamente parlando. Durante il secondo anno, invece, per il campione mondiale arrivano 29 presenze e 16 gol: numeretti in confronto alla prima annata. La questione principale da prendere in considerazione non è tanto la mole di reti segnate dall’attaccante modenese, bensì il come le stesse maturavano ed arrivavano. Luca Toni era un vero e proprio rapace d’area, uno degli ultimi veri in circolazione. Nel nostro campionato, come quest’ultimo, forse abbiamo avuto modo di osservare gente del calibro di Filippo Inzaghi: giusto per aiutarci a rendere l’idea. Ebbene, è parere comune tra i tifosi ed i vari addetti ai lavori che il classe 2000 Dusan Vlahovic possa riprenderne appieno le orme: per la gioia di tutti i fiorentini. La cura “Prandelliana”, inoltre, pare finalmente stia funzionando davvero con la giovane punta, sbloccatasi con qualche calcio di rigore e consacratasi con gol con scavetto contro la Juventus. Contro uno dei portieri più forti e temuti in circolazione come quello dei bianconeri Wojciech Szczesny. I numeri del serbo, forse, costituiscono l’unico artificio d’inganno in grado di annebbiare anche la mente dei meno scettici: 59 presenze e solo 12 gol fin’ora per lui. Ciononostante, non bisogna preoccuparsi minimamente della questione a prescindere, grazie ad un unico ed imprescindibile dato di fatto: la caparbietà con cui mister Prandelli lo stia confermando in campo. Perché se colui il quale aveva lanciato Luca Toni a suo tempo continua imperterrito nella causa, lottando contro tutto e tutti e riponendo la massima fiducia nel serbo, forse qualcosa di prezioso, sotto sotto, c’è. Bisogna solo che riemerga a modo e le prime avvisaglie fanno ben sperare.
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