L’allenatore della Fiorentina, Raffaele Palladino, si è raccontato in una lunga intervista a La Repubblica.
Era il 2001, giocavo al Benevento in Serie C, segnai al volo di sinistro al Flaminio contro la Lodigiani, c’erano tanti osservatori in tribuna. L’assist me lo aveva fatto Sossio Aruta. Ci sentiamo ancora. Quando ho imparato l’arte dell’equilibrio? Da calciatore. Non leggevo le critiche, evitavo i complimenti. Adesso sbircio la rassegna stampa ma con l’esperienza gestisco meglio le emozioni. L’equilibrio è la mia forza e lo trasmetto alla squadra che riflette l’animo dell’allenatore. Dove ho appreso l’arte della comunicazione? Da Galliani e Berlusconi, due esempi mondiali. Ho imparato tantissimo al Monza, sarò per sempre grato a loro.
Firenze è in festa. I tifosi viola sono unici, vedo nei loro occhi la felicità. Sono quasi sorpresi di questo momento. Però non abbiamo fatto ancora niente: quando la squadra non girerà, avremo bisogno del loro calore. Non so dove potremo arrivare, è un campionato molto equilibrato e dobbiamo concentrarci su noi stessi. Dove vivo a Firenze? Al Viola Park, dormo qui. Non voglio perdere neanche un minuto della mia giornata per la Fiorentina. Tanti mi dicono che sono pazzo e che dovrei staccare ma non ci riesco. Mi sono appassionato a Xabi Alonso, che vive il calcio in modo totale.
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