Il vero tifoso guarda la partita della propria squadra del cuore, ed ognuno ha la sua routine. La Fiorentina ci sta lasciando abituare a sistemarci quasi in posizione supina, rilassata, a tratti arrendevole. A farci compagnia, il telecomando e un cucchiaio. Perché prima o poi, il brodo arriva sempre. Che sia una distrazione di Milenkovic, l’ennesima scomparsa di Pezzella o l’ennesima amnesia difensiva di Biraghi, Dragowski colleziona sempre clean sheets. Dall’altra parte del campo invece Vlahovic rimane all’asciutto, alla infinita ricerca del suo decimo centro stagionale, ormai facente parte degli articoli, tuttavia questo particolarmente onnipresente, scaturito da un attento lavoro di rassegna stampa. Sinergia inesistente tra i reparti, che lavorano separatamente e non s’interessano all’operato degli altri. Arretrato, mediano ed offensivo: non c’è alcun filo conduttore nella strategia d’attacco o nella tattica difensiva, e quando la Fiorentina affronta compagini, anche meno attrezzate, più modeste, che tuttavia “giocano a pallone”, il brodo è servito.
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