KOUAME, Un 2020 da dimenticare: bilancio del primo anno viola dell’ivoriano
Il 2020 sarebbe dovuto essere l’anno del rilancio per Christian Kouame. L’arrivo in una nuova relata come quella della Fiorentina con una dirigenza che gli ha dato fiducia acquistandolo in un momento negativo, come quello vissuto a causa dell’infortunio al ginocchio patito in Nazionale nel novembre 2019, avrebbe dovuto rappresentare il carburante utile a ripartire.
La realtà dei fatti è stata però molto diversa. L’attaccante ivoriano infatti, dopo essersi completamente ristabilito, già durante la parantesi di campionato estiva (il cosiddetto post lockdown per intendersi) non aveva dato segnali molto positivi dal punto di vista delle prestazioni. Le attenuanti però in quel periodo non mancavano, ed erano dovute soprattutto alla lunga assenza dal campo e dal calcio giocato. I problemi più importanti si sono ravvisati con l’inizio della nuova stagione quando si è iniziato a notare che la curva negativa in quanto sia a performance che a utilizzo da titolare non ha accennato a fermare la propria impennata. A parte infatti la rete messa a segno in quel di San Siro nel match d’esordio di questa Serie A contro l’Inter, Kouame non ha mai più timbrato un match con un gol, anzi nelle poche apparizioni fatte dal primo minuto o a gara in corso ha quasi sempre fallito occasioni nitide, facili da concretizzare per una punta con il senso del gol.
Il problema con l’attaccante ex Genoa è però a monte, e sta proprio nella concezione generale che si ha delle caratteristiche del calciatore. Kouame non è infatti un goleador, una prima punta da 20 gol a stagione, e neanche un esterno d’attacco (ruolo in cui Prandelli inizialmente ha provato ad impiegarlo con scarsissimi risultati) ma, come dimostrato nella sua breve carriera con la maglia soprattutto del grifone, è una seconda punta di lavoro, un attaccante a cui piace molto svariare e buttarsi in profondità sfruttando gli spazi creati dalla punta schierata al suo fianco. Tutto ciò è ampiamente dimostrato dai fatti, basti pensare alla grande coppia formata con Piatek sotto la guida di Ballardini e dello stesso Prandelli, o anche a quando proprio contro la Fiorentina lo scorso anno fece una gran gol, oltre che un’ottima prestazione, giocando al fianco di Pinamonti.
A Firenze gli è stato invece spesso chiesto di giocare da riferimento centrale poiché impiegato o con un brevilineo come Ribery, o con un giocatore come Vlahovic che ancora deve assimilare i movimenti della punta e che molto spesso è andato a svolgere in campo quei movimenti priori dello stesso Kouame. Insomma un matrimonio che probabilmente è nato male in partenza e che è figlio di un acquisto fatato tanto per fare e non effettuato sulla base di una programmazione e di una condivisione con la guida tecnica, tutte cose che mancano come il pane a questa Fiorentina......
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